La Strada Birocciabile del ´700

L Agriturismo ca´ di Franchi è una tappa della camminata gastronomica che si svolge ogni anno in Cornalta a fine agosto sulla la rete di sentieri recuperati dai volontari, questi percorsi sono utilizzabili tutti i giorni per un affascinante trekking nella natura che ci circonda, percorrendo i sentieri su e giu fra prati e boschi si ha l ´occasione di riscoprire L Antica strada Birocciabile
Con il termine birocciabile convenzionalmente si intende una strada antica con larghezza
utile media di tre metri con pendenze non superiori al 10-11%. Essa era percorribile solo
dai carri a due ruote di qualunque stazza detti “barozzi” e anche “birocci” da cui il nome.
Ebbene proprio queste sono le caratteristiche di lunghi tratti di una strada abbandonata da
tempo che si osservano ancora oggi nei boschi compresi tra la contrada Ambria di Zogno
e la località Cornalta nel territorio comunale di Bracca e poi di seguito da Algua, passando
per la località Rosolo, fin quasi alla periferia meridionale di Serina. È ciò che resta, per
fortuna in misura ancora consistente, di un antico percorso le cui origini sono
riconducibili alla costruzione della nota Strada Priula. La Strada Priula, comoda
mulattiera di fondovalle, fu realizzata tra il 1592 e il 1594 dal rettore di Bergamo Alvise
Priuli con lo scopo primario di facilitare il cammino alle numerose truppe mercenarie
svizzere e tedesche, acquistate dalla Repubblica di Venezia, verso il punto di raccolta che
era la città fortificata di Bergamo. Questo percorso si snodava per l’appunto lungo la valle
Brembana raggiungendo il passo di S. Marco. Naturalmente questa comoda via divenne
ben presto l’asse portante di tutta la valle anche per i commerci locali ed ebbe la

sgradevole conseguenza di allontanare Serina, che all’epoca era la borgata più importante
della valle Brembana, dai traffici più redditizi. Prima della Strada Priula la via preferita
che collegava l’alta valle Brembana con Bergamo da S. Giovanni Bianco deviava verso
Dossena e Serina e attraverso le località Passoni, Trafficanti e Selvino scendeva a
Bergamo toccando le cosiddette Coste di Salmeggia e il paesetto di Lonno, poco a monte
di Nembro. Per non rimanere dunque isolata dai commerci locali più importanti Serina
decise ben presto, dopo numerosi e accesi dibattiti, di costruire una nuova mulattiera che
avrebbe dovuto collegarla col paese destinato a diventare il più importante di tutta la valle
dopo la realizzazione della Strada Priula: Zogno. La decisione di costruire una via nuova
fu presa perché l’antica mulattiera che la collegava a Zogno passando per i paesi di Spino,
Bracca e Frerola risultava più lunga ed assai accidentata con numerosi saliscendi. La
costruzione di questa nuova strada comunque andò incontro ad ostacoli davvero
imprevedibili tra cui si deve citare lo scoppio della famosa Guerra dei Trent’anni, tra il
1618 e il 1648, che portò numerosi eserciti tedeschi in Italia ed in Lombardia e
successivamente, come conseguenza, il diffondersi della peste tra il 1630 e il 1635,
descritta dal Manzoni, che decimò le popolazioni bergamasche. Solo dopo la pace di
Westfalia del 1648 Serina poté riprendere l’ambizioso progetto sostenuto in parte da
alcuni possidenti serinesi, residenti però a Venezia, tra cui si deve citare Giovan Pietro
Tiraboschi detto Bombello e in parte più cospicua da altri comuni interessati all’impresa.
Tra questi si devono citare i comuni di Bagnella, Frerola, Ascensione, Algua, Bracca per
la contrada Cornalta, Endenna sotto la cui giurisdizione cadeva all’epoca la contrada
Ambria sulla sinistra del Brembo, Spino per quanto concerneva l’attraversamento del
fiume Serina per collegarsi all’antico ponte di Tiolo Fuori, ossia Ambria sulla destra del
Brembo, e infine Zogno per i vantaggi che gli derivavano in maniera indotta dal
miglioramento di questa via commerciale anche se secondaria rispetto all’asse viario
principale della Valle Brembana. L’opera fu iniziata tuttavia solo attorno al 1660
esclusivamente con risorse pubbliche in gran parte del comune di Serina, poiché gli eredi
di Giovan Pietro Tiraboschi si opposero facendo un ricorso all’uso del denaro lasciato dal
loro avo per questo scopo. Per tale motivo questa buona mulattiera fu realizzata in più
riprese, e fu terminata con non poche difficoltà nel 1674 come risulta da una mappa di
quell’anno, con una spesa complessiva finale calcolata non inferiore a 300 scudi

dell’epoca, una somma non indifferente per quei tempi. Alla fine di questi lavori si
ottenne una nuova strada che era ancora costituita da una mulattiera ma con larghezza
utile media di due metri e con pendenze che non superavano mai il 10% quindi assai
comoda per quell’epoca e soprattutto facile da percorrere da parte dei cavalli e dei muli
carichi che avevano una sagoma di ingombro, a pieno carico, proprio di circa due metri.
Tuttavia, si trattava pur sempre di una mulattiera, non percorribile da alcun carro, anche
a due ruote. I ponti costruiti sulle numerose vallette laterali che confluivano nel fiume
Serina erano tutti di legno. Solo poco prima del 1750 si ha notizia che il ponticello sul
fiume Serina, in territorio di Spino e di Ambria dove il fiume Serina sbocca nel Brembo,
dopo essere stato distrutto da una piena fu rifatto in pietra con lo scopo principale tuttavia
di servire in modo più comodo di prima la contrada Ambria nei suoi collegamenti tra
Zogno, Spino ed Endenna. Anche il vicino ponte in pietra sul fiume Brembo purtroppo
nella seconda metà del 1700 fu semidistrutto da una piena interrompendo totalmente o
quasi il traffico commerciale tra la Valle Serina e Zogno e si ha notizia che fu ricostruito
solo dopo vari anni di lavoro e dopo molte contestazioni e solleciti della popolazione
locale. Per fortuna questa comoda mulattiera fu completamente rivoluzionata in epoca
austriaca tra il 1824 e il 1835, allorché fu inserita dal “Regio Genio Civile” di Milano nel
vasto progetto di ammodernamento della rete stradale lombarda. In pochi anni furono
costruiti vari ponti in pietra di cui si devono citare i seguenti. Uno, grandioso, situato a
monte di Algua sul torrente Ambriola, cioè sul ramo della valle Serina che scende da
Selvino e Rigosa, di cui si osservano ancora oggi i resti delle fondamenta di due pilastri
nell’alveo del torrente. Un altro fu realizzato poco a valle della gola che precede la località
Rosolo mentre un terzo fu eretto a monte della stessa località sulla valle Oscura, una
valletta laterale assai profonda che scende dal monte Giogo e che sbocca nella valle Serina
nei pressi di questa contrada. Un quarto ponte fu realizzato poco più a nord, ormai in
territorio di Bagnella, per superare il ramo principale della valle Serina. Di esso in quel
luogo oggi si osserva un rifacimento più modesto risalente alla fine del XIX secolo
durante la costruzione dell’attuale carrozzabile. Altri ponti meno importanti, ma pur
sempre cospicui, furono eretti su varie vallette laterali che solcano i boschi compresi tra
Ambria ed Algua attraverso Cornalta. Due di questi si possono osservare anche oggi
ridotti purtroppo in condizioni non molto buone. Tutto il percorso antico inoltre fu


allargato fino ai tre metri utili, come si può constatare anche oggi dal vivo, e la sua
pendenza ulteriormente addolcita essendo sempre inferiore all’8%. Ovunque furono
inseriti nei bordi della strada, specie dove il terreno era più ripido, numerosi cippi
paracarri per impedire le eventuali cadute di questi veicoli nelle scarpate sottostanti.
L’impegno del governo austriaco fu al termine dell’opera assai considerevole. A partire
dal 1835 Serina ebbe finalmente una strada degna del suo rango, molto comoda e facile e
soprattutto percorribile da ogni tipo di carro a due ruote in grado di trasportare circa mille
chilogrammi di merce. Numerosi paesi della valle di loro iniziativa costruirono nuove
mulattiere e nuovi ponti per collegarsi più rapidamente a questo importante asse viario.
Serina conobbe dopo questa data un risveglio economico poiché i suoi numerosi
manufatti in ferro (attrezzi per l’agricoltura, chiodi, ferri da cavallo, lucerne), alcuni
minerali, i suoi formaggi e le legne provenienti da tutta quella vallata potevano essere
trasportati in qualunque stagione dell’anno verso Zogno e quindi verso Bergamo con una
discreta facilità. In particolare, la vendita e il trasporto delle legne “da opera e da fuoco”,
cioè per lavoro o per essere bruciata nelle case, fu enormemente avvantaggiata perché
prima del 1835 i tronchi potevano essere inviati a Zogno, e da qui attraverso Almenno a
Bergamo, solo con l’ausilio delle piene del fiume Serina che di norma, ma in modo
irregolare e imprevedibile, capitavano in primavera o in autunno. Questa nuova
birocciabile portò anche i primi turisti bergamaschi, cremonesi e milanesi a Serina
contribuendo a far conoscere il nome di questa valle e la salubrità della sua aria in tutta
la Lombardia e gettando le basi dell’attuale e cospicuo turismo serinese. Questa nuova
attività economica, tuttavia si sviluppò in modo più deciso alla fine del XIX secolo, per
l’esattezza tra il 1872 e il 1882, con la costruzione dell’odierna carreggiabile di fondovalle
che sostituì per l’appunto la birocciabile austriaca facendola cadere definitivamente
nell’abbandono e nell’oblio in cui si trova attualmente. Tuttavia, proprio grazie a questo
oblio da Ambria fi no ad Algua passando per Cornalta, cioè per un tratto di cinque
chilometri, questa strada è rimasta abbastanza inalterata dalla fine del XIX secolo
conservando intatte varie sue strutture.

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